Un papà ti insegna a guardare i colori e i significati della vita attraverso i suoi occhi e il suo cuore. Così diceva qualcuno, ed è quanto accaduto per Alessandro, Salvatore e Claudio Frattasio. Papà Giuseppe ha cominciato a mettere le mani nell’intersociale nel 2006 in quella che allora era la categoria Junior: un’eredità che i tre figli hanno raccolto con amore e passione, arrivando da presidenti ad alzare la Coppa League 40 domenica. VLF è una società d’arredamenti, loro pian piano hanno contornato di gioie e soddisfazioni il percorso che qualcun altro prima aveva tracciato. “Abbiamo compiuto un’impresa – dice Alessandro Frattasio, faceva un caldo aberrante ed eravamo in dodici: il cambio ero io, ho visti i ragazzi uscire coi crampi. Una stagione sportiva veramente incredibile, dove abbiamo cominciato mischiando il nostro gruppo con coloro che provenivano dall’Atletico Napoli. Tutto nuovo, si è dovuto creare l’amalgama e ne è valsa veramente la pena. Volevamo fare i playoff: quanto sarebbe venuto poi, sarebbe stato tutto di guadagnato. A mio parere un terzo posto meritatissimo dietro alle corazzate Superò e Mian”.
La strada giusta. “Non abbiamo nessun modello particolare che ci ispiri – racconta, – soltanto ciò che diceva nostro padre. Rispetto, educazione nei confronti di chiunque, qualsiasi cosa accada va accettato il verdetto del campo. Devo dire che abbiamo costruito una rosa all’altezza di questo nostro diktat prevalentemente morale. Ci teniamo tantissimo, ci ha lasciato tanti principi e per noi è stato costantemente un modello da seguire. Mi preme ringraziare il team, il mister Autiero ed il direttore Amato. Abbiamo sfiorato anche la finale, perdendo solo al 90° col club di Micillo. Direi che va benissimo così”. Lo pensiamo anche noi Alessandro, qualcuno da lassù avrà certamente applaudito.